Sulle tracce di Leonardo a Milano
Leonardo da Vinci è conosciuto in tutto il mondo grazie alla sua produzione artistica, dalla Mona Lisa conservata al Louvre di Parigi, all’Ultima Cena presso l’ex refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Ed è proprio Milano la città che ospitò più a lungo Leonardo, tra il 1482 e 1499 lavorando per il Duca Ludovico il Moro, e poi nuovamente tra il 1508 e il 1513 durante l’occupazione francese.
Oggi è possibile ammirare diversi luoghi e opere di Leonardo a Milano, espressione del suo grande genio poliedrico che ha spaziato dalla pittura, alla scienza e l’ingegneria.
Scopriamoli insieme.
3 luoghi imperdibili di Leonardo a Milano
Un must per chi è in visita a Milano ed è interessato all’arte è senza dubbio l'Ultima Cena (nota anche come Cenacolo), uno dei più importanti dipinti murali al mondo, dichiarato Patrimonio Mondiale dall’UNESCO. L’opera si trova nell’ex refettorio accanto alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie ed è parte del Museo Cenacolo Vinciano insieme alla “Crocifissione” di Giovanni Donato Montorfano, situata sulla parete sud.
Altra attrazione per eccellenza per le scuole e famiglie, ma anche per gli appassionati di scienza ed invenzioni dei secoli scorsi, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, ospita nei suoi 40.000 metri quadrati diverse collezioni tra cui la più grande esposizione permanente al mondo dedicata a Leonardo dove poter ammirare ben 170 lavori tra modelli, installazioni e opere d’arte.
Infine, consigliamo la Vigna di Leonardo, luogo affascinante e insolito situato nel giardino della Casa degli Atellani. La vigna fu donata a Leonardo da Ludovico il Moro durante la sua permanenza a Milano. Nel 2015, in seguito ad analisi fatte sui ritrovamenti archeologici, è stato reimpiantato il vitigno originario, oggi nuovamente visitabile.
Leonardo e i navigli di Milano
Con ben 90 km di canali, il sistema dei navigli a Milano fu inizialmente ideato per poter accedere alla città dal mare e utilizzato per trasportare materiali e derrate alimentari.
Il primo ad essere costruito fu il Naviglio Grande a partire dal 1179. Nei secoli successivi diversi ingegneri, tra cui Leonardo durante la sua permanenza a Milano, lavorarono per l’ampliamento e miglioramento dei navigli.
In particolare, Leonardo studiò il sistema di conche che permetteva la comunicazione tra bacini di diverso livello, progettando le chiuse di S. Marco e dell’Incoronata con cui si poté collegare il Naviglio della Martesana con la cerchia interna dei navigli.
A partire dal 1800, i canali sono stati progressivamente coperti, per questo oggi ve ne sono solo 3 sono ancora visibili: Naviglio Grande, Naviglio Pavese e Martesana.
Negli ultimi anni diversi sono stati i progetti e interventi per rivalutare e valorizzare questo patrimonio rappresentativo di Milano, dalla riqualificazione della Darsena alla realizzazione della ciclabile della Martesana.
Il Sentiero di Leonardo
Numerosi sono i luoghi riconducibili a Leonardo non solo a Milano ma anche in Lombardia. Per questo motivo nel 2019, in occasione del cinquecentenario dalla morte del grande genio, è stato ideato un cammino ciclopedonale di 540 km che attraverso 26 tappe connette Milano al San Bernardino in Svizzera.
Sono più di 50 i luoghi legati a Leonardo, tra cui 5 siti UNESCO, una trentina di castelli viscontei-sforzeschi, e splendide ville, come la Villa Melzi a Vaprio.
Una delle tappe più interessanti a nostro avviso è quella da Trezzo d’Adda e Imbersago dove è possibile visitare il Castello Visconteo, che fu oggetto dei disegni di Leonardo oggi raccolti nel Codice Windsor. Il castello presenta un antico pozzo del 1400 e un torrione alto più di 40 metri da cui godere di una vista panoramica sul borgo di Trezzo e sull’Adda.
Inoltre, a Imbersago puoi ammirare una copia funzionante del Traghetto di Leonardo, imbarcazione che permette la navigazione attraverso un cavo d’acciaio teso tra le due sponde, manovrando a mano sfruttando la corrente del fiume Adda. Il traghetto è stato realizzando secondo i disegni di Leonardo contenuti nel Codice Windsor.
